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CLAUS LARSEN
Mostra personale di Claus Larsen

29 ottobre - 19 novembre 2011


Non c'è La donna con l'ermellino, ma l'ermellino con la donna. Nei quadri di Larsen le immagini famose subiscono inaspettate metamorfosi e i luoghi comuni diventano luoghi disabitati. Magritte e Dalí sono parenti alla lontana della sua famiglia di dipinti in cui l'apparenza inganna più che mai.
Larsen crea un regno del fantastico, uno zoo visionario in cui anatre, pinguini e tucani volano in cattedra per insegnarci che tutto scorre e tutto si trasforma. E che in natura il mutamento è l'unica legge immutabile.
Così dipinge figure nitide per dimostare che le cose sono ambigue.
Dipinge universi precisissimi per ricordarci che le nostre certezze sono incerte.
Fa rinascere il surrealismo in forme delicate, ilari, come accade per forza quando a impartirne la lezione non sono Freud o Lautréamont, ma è il musetto di uno scoiattolo.
Ma, intendiamoci, pensare al surrealismo davanti ai suoi quadri non è affatto necessario. Si possono eludere i tranelli delle sue immagini. Si possono evitare i sentieri interrotti dei suoi significati. Si possono dimenticare i doppi sensi del suo non-senso per limitarsi (limitarsi?) a muoversi tra i suoi prati e i suoi cieli, dove l'ora non è mai esatta, perché l'inverno nasce a primavera e l'alba spunta a mezzanotte.
E in quei suoi mondi contraddittori e ridenti vivremo benissimo perché noi, tutti noi, non abbiamo bisogno di esattezza, ma di verità. Perché non è la ragione, ma la contraddizione che governa la vita. E perché l'unico modo di capire qualcosa è accorgerci che non abbiamo mai capito niente.

Elena Pontiggia

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Claus Larsen